Cristina Mariotti intervista
Manca poco più di un mese alla Brexit, ma solo la metà degli italiani ufficialmente presenti nel Regno Unito ha fatto e ottenuto il permesso di residenza, il cosiddetto “settled status”: 150mila persone, ossia il 50% dei 300mila iscritti all’Aire, l’Associazione degli italiani residenti all’estero,ma ben pochi se co]nfrontati ai 700mila che, secondo le stime, vivono nel paese senza averlo comunicato alle autorità. «Speriamo di arrivare presto al 100%», spiega al Messaggero Brandon Lewis, sottosegretario agli Interni con delega all’uscita dalla Ue, lanciando un appello agli italiani: «Registratevi subito, è meglio». Su 3,2 milioni di cittadini Ue, avete accettato 1,5 milioni di domande. Cosa succederà a tutti gli altri? «Innanzi tutto fino a ora abbiamo respinto solo una domanda su un milione e mezzo. Per tutti gli altri c’è tempo fino al 31 dicembre del 2020 per richiedere il permesso di residenza, a cui hanno diritto solo coloro che erano nel paese prima del 31 ottobre 2019, data della Brexit. Questo vale sia con un accordo con Bruxelles che in caso di no deal, è indipendente dai negoziati e il nostro governo, in questo, vuole essere più generoso di altri paesi. Stiamo spendendo 9 milioni di sterline per raggiungere tutti e evitare che qualcuno rimanga senza documenti». Ma dal gennaio 2021 chi non avrà fatto i documenti dovrà tornare nel suo paese d’origine? «No, siamo molto cauti, certamente guarderemo con una certa flessibilità anche le situazioni che si presenteranno dopo, però vogliamo essere sicuri di arrivare alla scadenza pronti. Chiunque sia stato nel paese per cinque anni ha diritto a registrarsi o a pre-registrarsi in attesa di maturare il diritto. Noi vogliamo che rimaniate!». Certo, quando ci sono i ministri come Priti Patel che dicono che la libera circolazione finirà da un giorno all’altro è difficile che non ci sia panico… E ora che inizia la stagione delle convention politiche e forse anche una campagna elettorale ci potrebbero essere tanti slogan aggressivi, non pensa? «Con la Brexit, nei tempi dovuti, ci sarà un nuovo sistema per l’immigrazione che sostituirà la libera circolazione. Dopo il 2020 ci sarà un ‘permesso temporaneo di rimanere’ di 36 mesi per gli studenti e per i lavoratori, in aggiunta a chi avrà il settled status, ossia il diritto di rimanere a tempo indeterminato. E poi ovviamente vogliamo che i turisti continuino a visitare il nostro paese. Questa è la nostra offerta, la nostra promessa». La procedura di registrazione è effettivamente molto facile, ma solo per chi ha un Android. Chi ha un iPhone sta incontrando difficoltà. Quando risolverete il problema? «Già nelle prossime settimane sarà possibile usare l’iPhone, ma nel frattempo ci sono altri sistemi, si può prendere appuntamento. Noi vogliamo tutelare tutti i diritti degli europei residenti nel paese e sicuramente non ci saranno problemi per chi ha una casa o delle proprietà nel Regno Unito, questione totalmente indipendente dalla residenza, con il nostro governo conservatore. La cosa importante è che ci si registri il prima possibile, per non perdere tempo».